Presentazione

A  B  C  D  E  F  G  I  L  M

N  O  P  Q  R  S  T  U  V  Z



a La.

abbabbalucchìri (Da babbèo + mammalucco) Rimbecillire.

abbacantàri V. sbacantàri.

abbampàri Avvampare.

abbannàri (Da banna) Barcollare, oscillare.

abbanzàri Raggiungere chi è più avanti.

abbèspri (Da vespro) Oggi pomeriggio.

abbìa V. via.

abbiàri

  1. (Lat. abigo, Spingere via, allontanare) Gettare, versare, riversare. Portare al pascolo.
  2. (Da avviare) Rifl. abbiàrisi avviarsi. U piccirìddu si st’ abbiànn’ a caminari Il bambino si sta avviando a camminare.

abbiddicàrisi (Latino vellicàre, pizzicare, pungere) Riferito all’occhio, averlo irritato per l’entrata di corpi estranei. M’abbiddicài l’uocciu co pruvulazzu Mi sono irritato l’occhio con la polvere.

abbintàri

  1. (Da sventare) Prendere aria, svaporare.
  2. (Da avventare, avventarsi) Attaccare in massa, da parte di piccoli insetti.

abbissàri (Da inabissare, mandare in rovina) Sfasciare, rendere non più funzionante. Altrove (da abbirsàri, mettere per il verso giusto) ha significato opposto: sistemare.

abbracàri (Da sbracare) Demolire, abbattere. Ciù ranni è u’ muru’ ciù ranni è ’a bracatura Più grande è il muro, più grande è il cedimento.

abbrancicàri (Da branca) Agguantare, afferrare, brancolare.

abbranticàri V. branticàri.

abbruscàri (Da bruciare)

  1. Produrre o sentire bruciore sulla pelle.
  2. Bruciacchiare.

abbuccàri (Spagn. abocar, a sua volta da bocca, sott. di un vaso, che viene reclinata) Inclinarsi e cadere.

abbuddàri (Da budda) Ammaccare.

abbuffiniàri (Da buffùni = buffone) Prendere in giro.

abbuffucàtu (Da buffa) Detto di persone, ingrassato.

abbugghiàri (Da vegliare, come risbigghiàriarrupigghiàri) Svegliarsi.

abbutàri (Da voltare)

  1. Socchiudere.
  2. Rivoltare. Fa’ bbutàri u stòmucu Fa venire il voltastomaco.

accalamàtu (Da càlama) Tarlato.

accamòra, accamaròra (Da “Ora come ora”) Per ora, per il momento.

accànzica (Da anzi che) Prima che.

accapàci (Da “È capace di”) Probabilmente.

accapàri (Spagn. acabàr, o latino volgare accapàre, entrambi da caput, capo) Terminare, finire.

accappàri (accarpàri, Da carpo, mano, quindi afferrare, ghermire) Bruciacchiare, bruciare, detto spec. di cibo. Figurato: detto del professore che “brucia” lo studente in un’interrogazione.

accarusàri (Insieme a carùsu può derivare dal greco kèiro, tosare; oppure carùsu può derivare da carus, caro ai genitori) Tagliare i capelli.

accattàri (Dal normanno acater, o dal francese acheter, comprare, dal latino capto, cercare di prendere, di ottenre)

  1. Acquistare.
  2. Partorire.

accianàri (Altrove: acchianàri. Da ciànu, piano) Salire.

accièttu (Altrove acchièttu ucchièttu, occhiello) Asola. Tant’ acciètti tanti buttuna Tante asole tanti bottoni, detto di cose che devono corrispondere, combaciare.

accittèra (Da accièttu) Chiusura dei pantaloni, cerniera.

àcciu (Francese ache, latino apia) Sedano.

acciuncàri Rendere o diventare ciùncuQuannu m’o rìssinu acciuncài Quando me l’hanno detto sono rimasto sconcertato, sgomento, paralizzato.

accrastàri (Da crastu, afferrare come si afferra u crastu,o da castrum, afferrare per rinchiudere nel castello) Afferrare, ammanettare, costringere alla resa.

accravaccàri (Da cavalcare) Mettersi a cavallo, montare. Assemblare. Scinn’è ncravàcca Gioco in cui si salta sopra la schiena di un altro che sta piegato sulla vita.

accucciàri (Da cùcchia, coppia)

  1. Accostare.
  2. Fig. Mettere da parte, risparmiare.
  3. Buscarsi, rimediare.

accuddì (Dal latino eccum illic, ecco lì, spesso contrapposto a accussì, così) In quel modo, in quell’altro modo.

acculantàri Rendere colante, bagnare, riferito specialmente a persone.

accumitàri (Da comodo)

  1. Accomodare.
  2. Imprestare.

accupàri (Dallo spagnolo acubar, da cuba, botte, dal latino cupa, botte; oppure anche dal greco kopos, pena, sofferenza, fatica) Soffocare.

accùra (Da Abbi cura) Escl. Attento!

accutturàri, accutturiàri (Da cottura) Cuocere lentamente. Annoiare, stancare, tormentare.

accùzzu (Da accorciare) Scorciatoia.

acìdd(Da adagio) Piano, lentamente, silenziosamente.

acqualuòru Incaricato di portare l’acqua da bere agli operai nei campi.

acquànnu V. quànnu.

addaròra Quasi quasi.

addàuru Alloro.

addènti (Da ardente) Piccante.

addicalàrisi (Da calare) Parlare a qualcuno manifestandogli la propria sottomissione.

addìchi Ortiche.

addimuràri (Dal latino demoràri, tardare, trattenersi, da mora) Attardarsi, far tardi. Addimuràtu Detto di cibo, passato, andato a male.

addrìtta (Dal latino adrectum, diritto) In piedi.

adduacàri V. adduvacàri.

addubbàri (Da addobbare) Satollare.

addumàri (Dal latino lumen, luce) Accendere, bruciare, mettere in moto, in funzione.

addummìsciri (Dallo spagnolo adormecer, entrambi dal latino addormiscere) Addormentare.

addunàrisi (Dal catalano medievale adonarse, accorgersi) Accorgersi.

adduvacàri, adduacàri (Dal latino evacuare) Svuotare riversando in massa all’esterno il contenuto semifluido.

affacciàri Affacciare. Andare a far visita.

affaràtu (Da fara) Abbronzato, scurito per la cottura.

affirràri (Da afferrare) Attaccare con lotta fisica. S’affirraru Hanno fatto lotta fisica.

afflìgghiri, affrìgghiri Affliggere.

affrìttu (Da afflitto) Magrissimo, da suscitare compassione.

affruntàrisi (Da affrontare nel senso di rimproverare: chi è affruntatu è uno che si è sentito come rimproverato) Vergognarsi.

affucaparrìni (Lett. strozzapreti; di derivazione aneddotica sulla golosità dei preti, oppure da strangolapreti < strangolo < dal greco strònghylos, rotondo, oppure per l’asciuttezza che ne rende poco agevole la deglutizione) Biscotti all’uovo, detti anche scauràti, perché prima bolliti e l’indomani cotti, scauràti, nel forno.

affucàri (Dal latino affocare, soffocare, da faux, gola)

  1. Soffocare.
  2. Affogare, annegare.
  3. (In senso culinario) Affogare.
  4. Strozzare, strangolare.
  5. Impiccare.

affumàrisi (Figurato, da fumo, affumicarsi e quindi scurirsi) Mettere il broncio.

affunciàrisi (Da fùncia), Mettere il muso, imbronciarsi.

agghiacciàri V. ghiacciàri.

agghicàri (Etim. incerta, per alcuni da un greco antico kichèo, pervenire, per altri dal greco èggica, da eggizo, avvicinarsi) Giungere, arrivare.

àgghie V. avìri.

agghigghiàri (Da ghìgghiu) Germogliare, spec. riferito a ortaggi. Fig. Morire dal freddo (perché alcuni ortaggi, come patate e cipolle, seminati in autunno, producono germogli in inverno).

agghìri

  1. (Da “Hai da andare”) Devi, deve andare.
  2. (Da “Ad andare”) Verso. Agghirì dà Verso là.

agghiunnàri (Da aggiornare) Farsi giorno.

agghiùttiri V. ghiùttiri.

aggricciàri (Origine onomatopeica, come il probabile imparentato schizzare, anch’esso onomatopeico) Sprizzare, spruzzare.

agguacciàrisi (Forse Da accucciarsi, a sua volta da cucciolo, oppure dal piemontese guacè, acquattarsi, o da aggucciàrisi, avvolgersi, a sua volta da guscio) Accovacciarsi, acquattarsi.

agguittàri V. asguittàri.

agnaviàrisi (Da gnaviari ngaviari < gaio) Entusiasmarsi.

agniesti In estro, in calore.

agnunàrisi (Da agnùni) Rannicchiarsi.

agnùni (Dal greco ἀγκών, ankòn, gomito, curvatura) Angolo estremo, zona appartata dal resto di un locale.

agnunìa (Da agonia, in riferimento al suono delle campane nel venerdì santo, per l’agonìa di Gesù, e per l’uso di suonarle anche quando il sacerdote si recava dal moribondo a portare il viatico). Rintocchi di campane per funerale. A Modica e altrove un numero inferiore di rintocchi informava che si trattava di una donna.

agnuttàri (Forse da inguttàri o nguttàri, addolorare, angosciare, che a sua volta verrebbe da gotta) Detto spec. dei bambini, piangere con l’ultimo fiato rimasto.

Il verbo è usato nelle poesie ’U bagghiu di Silvana Blandino, qui riportata sotto la voce bàgghiu, e A-ffuocu lientu di Carmelo Assenza.

Carmelo Assenza, A-ffuocu lientu

Ràpila ‘sta finestra, amuri miu!
Viri ca cc’è la luna arrisulenti!..
Viri ca l’uocci miei sunu a piccìu*
Stanchi ‘i taliari assai e ‘nmirri nenti!

Ràpilu ‘stu curuzzu e s’è gnuttatu
Ccu aruçi paruleddi l’arricrìu…
E dintra e ffora puoi ccu lu mà çiatu
Açiddu açiddu ti lu caurìu…

Rimmilla ‘na parola, ‘n mi lassari..
‘sta càmula ca rintra mi cunzuma…
Iu sugnu stancu, vita, r’aspittari…
A-ffuocu lientu la mà carni adduma…

*A piccìu: che stanno per chiudersi.

agnutticàri V. gnutticàri.

 Esclamazione. Equivale a dire “Come sei ingenuo! Quante te ne dovrei insegnare! Quanto ti dimostri incapace!”. Aì puddìttru!

allammicàrisi (Da allammìcu) Abbassarsi a desideri verso cui si dovrebbe essere superiori.

allammìcu (Da alambicco, nel senso di “lambiccarsi il cervello”, oppure dal latino làmbere con significato di affliggere) Voglia, desiderio di un determinato cibo.

allampàri (Da lampo, colpire, folgorare, o essere colpito, folgorato)

  1. Allibìre, ammutolire, rimanere senza parole, esterrefatto.
  2. Riflessivo allampàrisi
    1. Essere folgorato. Allampàtu! (Detto anche scherzosamente) Meriteresti, meriterebbe di essere folgorato!
    2. (Dativo. di vantaggio) Divorare.

allanzàri (Da linziàri) Graffiare con le unghie, detto spec. del gatto.

allatinàri Cominciare a parlare latìnu, cioè in maniera chiara, ben comprensibile, detto spec. dei bambini.

allentacàni Pigro.

allianàtu V. lianàtu.

alliàri (Da legare) Avvolgere un filo, una corda o simili, attorno ad un oggetto. S’ ’a lliàu o itu Se l’è legata al dito, ne ha fatto un risentimento da non dimenticare e vendicare al momento opportuno.

alliccàri Leccare. Si ci alliccàu Detto di chi torna a scroccare. Alliccari a sadda (Sembra risalire all’uso povero di leccare sardine come companatico per il pane). Accontentarsi dei rimasugli. Non avere successo con le donne.

alliccasapùni V. liccasapùni.

allicchittiàtu V. licchittiatu.

allistìrisi (Da lesto) Fare in fretta.

allitriàrisi (Da litro) Ubriacarsi.

alliviàgghi V. allivòti.

allivòti (Da alle volte) Potrebbe darsi il caso che.

alluciàri (Da luce) Abbagliare. Scorgere.

alluddiàri (Da lordare) Sporcare.

allùra Allora. Allùra allùra Appena appena, da pochissmo tempo.

Aluèstru Silvestro.

am’a V. avìri

amma Anima. Ucch ’e l’amma (Lett. Bocca dell’anima) Epigastrio.

ammaciàri (Da ammaschiàri ammaschìri mascu, molle, snervato < ebr. mashchat מָשְׁחָת, corruzione) Calmare, indebolire.

ammannàtu (Da a mano) Detto del grano, selezionato a mano, scegliendo il meglio tra singole spighe o singoli semi, per la nuova semina.

ammarràri (Da barrare) Ostruire.

ammarravàru (Composto da ammàrra varu) Rudimentale porta o cancello, o qualsiasi altro oggetto di grandezza sufficiente, atto ad ostruire il passaggio di un varu. In senso figurato, persona, tipo grosso, di grandi dimensioni, gigante, oppure anche che si intromette a sproposito e crea problemi.

ammasunàrisi (Francese maison, casa) Detto specialmente di animali, raccogliersi insieme per stare strettamente vicini.

ammàtila (Dal greco màten, inutilmente, a sua volta da matào, rinunciare, o dall’arabo batil, inutile, o dallo spagnolo en balda, invano, o dal latino ad mala tuli, condurre a cattivi risultati, o da màtula, ampolla in cui il medico esaminava le urine, spesso sbagliando diagnosi, o dal latino màntula, pene, membro maschile) Inutilmente. Parràri ammàtila Parlare a spoposito, o anche non tenere un segreto.

ammàttiri (Da battere contro qualcosa, collegato anche ad imbattersi) Scontrarsi contro o incontrare qualcosa o qualcuno. Riferito ad accadimenti, eventi, è sinonimo di succedere, accadere.

ammèri (Da mèri, da ver, forma abbreviata di verso) Verso. Ammèri cca Verso qua. Ammèr ’e quattru Verso le quattro.

ammincialìri (Da mìncia) Allibire.

amminnàri V. minnàri.

ammintàri (Da inventare) Dire, raccontare, avendo come oggetto bugie, falsità.

ammuccalapùna Credulone, predisposto a bere (ammùcca, si ciba) ogni impostura (fig. lapùna, calabroni) che gli venga propinata.

ammuccàri Prendere cibo in bocca, cibarsi. Ammuccari lapùna, muschi (Lett. Cibarsi di calabroni, mosche) Essere credulone, sprecare il proprio tempo.

ammucciàri (Dal francese mucier, dal latino volgare muciare, nascondere) Nascondere.

ammucciùni (Da ammucciàri) Di nascosto.

ammugghiàri (Da ambugghiàri nvugghiàri < latino invòlvo, avvolgere) Avvolgere, coprire. Figurato: Lasciar perdere, tagliar corto.

ammulàri (Da mola) Affilare.

ammuniàrisi (Dallo spagnolo mohina, tedio, ira) Confondersi.

ammuttàri (Dal latino motàre, muovere) Spingere.

ampaiàri (Da paio, dall’uso di far tirare il carro o aratro da un paio di animali da tiro) Legare un equino o bovino a un carro da tiro o aratro, sistemandogli i finimenti.

ampannizzàri V. mpannizzàri.

ampapèu A cavalluccio sulle spalle di qualcuno.

Etimologia sconosciuta. Ipotesi:
  1. Su papà, sulle spalle di papà. È attestato il collegamento in greco di papèo con pappas, padre, collegato anche con Giove. Papèo è anche un cognome diffuso nella provincia di Bari.
  2. A papèddu, piccolo pàpa, essere portato come un piccolo papa.
  3. ’An capu o ’Am pacu, di sopra.
  4. Dall’ebraico al katèf עַל־כָּתֵ֥ף , sulle spalle, come in Isaia 49,22.
  5. Sopra Papè, forma abbreviata di Giuseppe.

ampasturàri V. mpasturari.

ampicàri (Da appiccicare, o dal latino pico, impeciare)

  1. Appiccicare.
  2. (Rifl.) Sbattere, scontrarsi.

ampìnciri V. mpìnciri.

ampìzzu V. pizzu.

amprinàri V. mprinàri.

ampusàri V. mpusàri.

ampusissàtu (Da pusèssu, possesso) Detto di persona, robusto, ben stabile.

ampustimàri Detto della pelle, o della carne: formare una pustola, manifestare un’infezione.

amputtusiàtu (Da puttùsu) Imbucato, nascosto in un buco o luogo di difficile accesso.

amunìnni (Dal latino eàmus, andiamo) Andiamocene.

amùri Amore. Impegno. Cià mmintri amuri Ci devi mettere impegno.

ana V. avìri.

ancaccàri V. ncarcàri.

ancaddaciàtu V. ancardaciàtu.

ancaddàri (Etimologia sconosciuta. Si potrebbe ipotizzare da ancagghiàri nel significato 2, rimanere bloccato da qualcosa) Esitare, bloccarsi, trattenersi.

ancagghiàri (Da càgghia, gabbia)

  1. Acchiappare. Fig. accadere, succedere. Chi t’ancagghiau? Cosa ti è successo?
  2. Rimanere preso, imprigionato, trattenuto, detto sia di persone che di oggetti. Ancagghiasti! Sei rimasto preso!

ancapicciàri (Da capìcciu) Attaccarsi al capezzolo per succhiare il latte.

ancapizzàri V. ncapizzàri.

ancarcàri V. ncarcàri.

ancardaciàtu V. ncardaciàtu.

ancasàri (Da casa, far entrare qualcosa dentro la sua casa, la sua sede) Serrare, incastrare.

anciaccacàni V. nciaccacàni.

anciammàrisi (Da infiammarsi) Entusiasmarsi.

ancìdda Anguilla.

ancignari Incignare.

anciluppiàri Vedi angiluppiàri.

ancimàri V. ncimari.

anciuòvu (Dallo spagnolo anchoa) Acciuga.

ancramignàri (Da gramignari, diffondersi o afferrare come fa la gramigna) Attecchire, mettere radici.

ancrasciàtu V. ncrasciàtu.

ancravaccàri V. accravaccàri.

ancrignàrisi V. ncrignàrisi.

ancucciàri (Da accuppiàri, accoppiare) Far toccare tra loro due o più oggetti. Incollare, porre in contatto stabile. Avere a che fare, a che vedere.

ancugnàri V. ncugnàri.

ancullariàri (Da collera) Incollerire.

anculuffàrisi (Da culu, culo, spreg.) Sedersi, accovacciarsi.

ancupunàri (Altrove accupunàri, da cupùni, tappo) Incappucciare, coprire con indumenti spessi, pesanti.

ancùttu V. ncuttu.

anfitusiàri (Da fitùsu, da fiètu) Sporcare.

anframari V. nframari.

anfunniciàrisi (Da funnicìa) Preoccuparsi, agitarsi.

angiluppiàri (Da giulebbare) Imbrattare, impiastrare.

anìmulu (Dal siciliano vìnnulu, italiano guindolo. Al confronto, la derivazione dal greco ànemos appare meno probabile) Arcolaio.

annacàri (Da nàca) Cullare, dondolare. Volg. masturbare.

annanfariàtu Affetto da nànfira.

anniàrisi Annegare.

annigghilìri (Da annichilìre)

  1. Confondersi.
  2. Sentire molto freddo.

annirivàri (Forse da orbare) Accecare ferendo gli occhi.

annutàri (Da annotare) Dare qualcosa ad altri scaricandosi della responsabilità.

ansaccàri (Da sacco) Insaccare. Raccogliere, prendere oggetti semifluidi attraverso strumenti raccoglitori atti allo scopo, per esempio cucchiai, vanghe, spatole, cazzuole, o anche le mani.

ansitàri V. nzitàri.

ansivàri (Da sìvu, o sìu, sebo) Ricoprire o sporcare di sìu. Lignu ansivatu Albero della cuccagna.

ansuàri V. ansivari.

ansuttàri V. nsuttàri.

ansuvàri V. ansivari.

antabbaccàri V. ntabbaccàri.

antacciàri Inchiodare qualcosa usando tacci.

antappàri (Da tappo)

  1. Inserire con forza.
  2. Chiudere ermeticamente.
  3. Sbattere contro qualcosa.

anticòri (Lett. anticuore, male al cuore) Nell’espr. Fari anticòri, detto di cibo, fare molto male o causare la morte.

antraùgghiri (Da ùgghiri) Ribollire dentro, per esempio per ira, rabbia.

antravaccàri V. accravaccàri.

antrippàrisi (Da trippàri) Intestardirsi, volere qualcosa a tutti i costi.

antrucciniàri V. ntrucciniàri.

antrummàri (Da trumma, tromba) Inserire un tubo in corrispondenza di un’apertura, in modo da consentire il deflusso del contenuto attraverso di esso. Fig. Attaccarsi con la bocca alla bottiglia, cioè ubriacarsi.

antrusciàri (Da trùscia) Avvolgere.

antu (Cf. it. anta, dal lat. antae)

  1. Stipite.
  2. (Forse da ambito, striscia di terreno su cui ogni operaio procedeva nella mietitura o simile, oppure dal latino antes, filare di viti) Lavoro. All’antu! Al lavoro!

antuppàri (Da toppa)

  1. Coprire.
  2. Tappare, ostruire. Fig. avere un attacco di stitichezza.

antùra (Dal latino ante horam) Poco fa. Anturàzza Più di un’ora fa.

anzaccàri V. ansaccàri.

anzalòri Azzeruole

anzimmilari Mettere insieme, mettere da parte, risparmiare, spec. di denaro.

anzitàri V.nzitàri.

anzittàri (Dal latino insertare, introdurre, indovinare) Indovinare. Ci anzittàu Ha indovinato, oppure Ha fatto la scelta migliore.

anzuvàri V. ansivàri.

apparàri (Dal latino adparàre, preparare, dal latino paràre, preparare) Porgere, porre un contenitore in posizione adatta a ricevere materiali che vi vengono riversati. Scherz. Porgere, per es. la faccia per ricevere uno schiaffo.

appinnènti V. pinnenti.

appinnicàrisi Fare la pennichella.

appizzàri (Da pizzu)

  1. Infiggere. Provocare dolore per puntura. C’iappìzza (Anche in senso figurato) Gli provoca dolore, fastidio, lo punge.
  2. Affiggere. Appizzari i manifesti.
  3. Beccarsi, buscarsi. Appizzàu na mala fiura Si è beccato una brutta figura.
  4. Perdere, rimetterci. Ci’ appizzàu i pinni Ci ha rimesso le penne, la vita.

appròsiti (Dal latino prosit) Approvazione, congratulazioni.

appulicàri (Dal portoghese pulicar, saltare)

  1. Montare su, balzare sopra, salire.
  2. Rifl. appulicàrisi Azzuffarsi.

appuzzàti (Letteralmente a forzate) Nell’espressione Pigghiari appuzzati, Insistere nel reclamare di aver ragione.

appuzzàri (Forse da pùzzu) Piegarsi, stare a testa bassa, o testa in giù.

appuzzùni (Forse da puzzu) A testa in giù.

arà (Da dài) Esclamazione per dire Su, dai, muoviti. V. anche rra.

Squasi e arà, da RagusaNews.

Chi volesse ricostruire con l’aiuto di dizionari dialettali l’etimo di queste due voci, di sicuro non troverà nulla. In effetti, sono due paroline davvero misteriose, un autentico rompicapo per etimologisti e curiosi della lingua. L’Oli Devoto così definisce l’etimologia: “L’individuazione o la ricostruzione degli etimi, sostanzialmente stimolata da processi associativi spontanei, sia che venga poi perseguita con rigore scientifico, sia che, al contrario, si appoggi su arbitrarie giustapposizioni di forme o di significati, come in molti esempi medievali (nobilis = non vilis) e nel caso della cosiddetta e. popolare (fare un repulisti, per accostamento a pulire di questa forma latina, che in realtà significa ‘tu hai respinto’): l’e. è una scienza aleatoria.” Incoraggiato da questa definizione, allora, ho provato a spremere le meningi nel desiderio di attribuire una provenienza a termini che sembrerebbero quasi inventati da un buontempone. Eppure “squasi” e “arà!” fanno parte veramente della nostra vita, spesso ci ossessionano, a volte sfumano sentimenti, smorzano i toni di una conversazione animata, sempre in ogni caso ci aiutano a esprimere concetti e idee. “ARA’!”, per esempio, è diventato un “cult” della parlata siciliana, una di quelle espressioni che bisognerebbe subito inventare se non esistesse già. Quante volte con essa abbiamo manifestato un profondo disappunto o semplicemente la abbiamo utilizzata per dare tempo al nostro cervello di pensare? Con garbo e senza dare all’interlocutore l’impressione sgradevole di un pensiero non condiviso. O anche bonariamente in una discussione tra amici per presentarci e assistervi. In italiano non esiste un termine che potrebbe tradurla. Se però cercassimo in altre lingue che sono state in epoche passate molto parlate qui, da noi, sicuramente qualcosa d’interessante potrebbe venir fuori. In castigliano, per esempio, l’espressione “¡Anda ya!” traduce esattamente il nostro “Arà!”. Non è sbagliato supporre, dunque, che tra le due voci ci sia stata in passato una parentela strettissima anche perché nello spagnolo colloquiale, sia antico che moderno, quell'”anda ya!” suona come “aanà” in quanto spesso la “d” è muta e la “n” è appena sussurrata. Una cadenza uguale nella voce, poi, e lo stesso tono per esprimere un identico stupore o un ragionevole disappunto rendono la similitudine perfetta.
Altro discorso, molto più complesso, richiede “squasi”. In Internet, dopo il clamoroso successo della lingua di Camilleri, girano etimologie al riguardo talmente strane da risultare dichiaratamente fasulle, inaccettabili, compilate da persone che, in effetti, dimostrano di possedere una scarsa conoscenza del dialetto. Il siciliano non è una lingua morta ma straordinariamente viva. E’ capace di sottigliezze inimmaginabili per esprimere delicati stati d’animo sia con folgoranti monosillabi sia con vere e proprie acrobazie linguistiche spesso frutto di numerosi lasciti, stratificatisi nei millenni. Nulla ha a che fare, però, questa parola con altre a essa molto simili, presenti anche in molti dialetti del Nord dell’Italia. Se, come già detto nella definizione dell’Oli Devoto, dobbiamo fidarci del vero significato intrinseco di un termine per ipotizzare un’ascendenza credibile quando le origini sono incerte o addirittura introvabili, è chiaro che la ricerca debba essere estesa anche in questo caso ad altre lingue parlate in passato in questa parte dell’isola. Intanto non bisogna necessariamente confondere “squasi” (ritenendola una variante), come di prammatica succede, con “quasi”, avverbio, usato nella lingua italiana ma anche in quella siciliana con quell’approssimazione appena sufficiente che caratterizza già il termine latino dal quale naturaliter si fa discendere. Chi conosce bene il siciliano e, in special modo, il “nostro” della contea di Modica, sa che tutto si vuole esprimere con “squasi” tranne un’idea di approssimazione o insufficienza. “Squasi”, in effetti, sta per “in verità”, “è proprio così”. Difatti vuole rafforzare con enfasi un pensiero o la risposta data a un interlocutore. Come “Arà!” nessun dizionario siciliano antico, compreso quello del Pasqualino, registra la nostra voce e questo la dice lunga riguardo a una sua ventilata origine latina. Da un pezzo, per ciò, io ho creduto di individuare la strana provenienza di questo termine nell’espressione castigliana “es que es así” (è proprio così). Espressione che, in bocca alla gente nella parlata corrente, suona più o meno : “scuasi”. Non ho la pretesa di avere scoperto l’America, mi auguro semplicemente, però, che le mie ipotesi siano considerate come alcune fra le tante possibili. Posso, invece, tranquillamente affermare che l’unica eredità vera e viva tramandataci dai Padri nella storia è questa lingua meravigliosa, addirittura vergognosamente bistrattata e ripudiata negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento dalle classi borghesi, ora, colpevolmente riscoperta. Senza di essa, infatti, nessuna identità per un Siciliano sarebbe possibile né alcun riscatto sociale e culturale potrà avvenire mai.


arancìna Arancino di riso.

aràttu (Da adatto)

  1. Capace. Essiri arattu Essere capace, essere in grado.
  2. Arattu ca Al punto che, talmente che.

aràtu Aratro tirato da due equini. Aràtu scocca Tirato da un solo equino.

aria Aia. Cant’all’aria Canti che si cantavano sull’aia.

àriu

  1. (Da acre) Acido, andato a male.
  2. (Da aria) Cielo, in riferimento agli aspetti meteorologici. L’ariu è niettu Il cielo è pulito.

arma V. amma.

arrancàri (Da arrancare) Accorrere.

arrappàri (Cfr. italiano rappa, ruga, grinza, di origine gotica) Raggrinzire, corrugare.

arràssu (Forse dal latino retractus, arretrato, tirato indietro) A distanza, lontano.

arricampàrisi (Da campo, tornare dal campo, così come scampàri campàri) Tornare a casa, a dimora.

arricògghiri V. ricògghiri.

arricriàrisi V. ricriàrisi.

arricugghìrisi V. ricògghiri.

arrièri (Da retro, tornare indietro, ricominciare da capo) Di nuovo.

arrifrìscu V. rufrìscu.

arriggummàri Rimbalzare.

arriminàri V. riminàri.

arrimuddàri (Da muoddu) Ammorbidire, ammorbidirsi.

arrisaccàri V. risaccàri.

arrisautàri V. risautàri.

arrisicàri V. risicàri.

arristàri V. ristari.

arrizzàri i canni V. rizzari i canni.

arrizzittàri Rassettare.

arrìzz(Cfr. italiano arricciare, Incalcinare prima di dare l’intonaco definitivo) Finitura bianca applicata all’intonaco, composta di gesso e calce.

arruddàri (Da rullare) Manipolare la farina con le mani per fare il pane.

arrufriscu V. rufrìscu.

arrugghiàtu Arrugginito.

arrumazzàri (Da stramazzare)

  1. Sbattere un oggetto sul pavimento. Arrumazzàri luntanu Sbattere sul pavimento lanciando a distanza.
  2. Rifl. arrumazzàrisi, Stramazzare, stramazzarsi, cadere a terra.

arruminàri V. riminari.

arrunciàri (Da corrugare) Comprimere col risultato di corrugare oppure ammassare.

arruniàri Arrugginire.

arrupigghiàrisi Risvegliarsi.

arrupizzàri V. rupizzàri.

arruvulàri V. ruvulàri.

ascàri Tagliare a pezzi con l’ascia.

asciàri (Dal portoghese achàr, trovare) Trovare.

asguittàri (Prob. da acquistare)

  1. Buscare, guadagnare col duro lavoro.
  2. Pagare un prezzo, scontare una pena, una punizione, una conseguenza delle proprie azioni.

assiccàri (Da seccare) Sciacquare in modo da eliminare schiuma e detersivo.

assicutàri (Dal latino secutare) Cacciare via.

assiènicu Arsenico. Usato in espr. di rabbia o scherzo in rif. al cibo, T’a ffari assiènicu Che sia per te come arsenico, che ti sia come veleno.

assimpricàri Diventare come una sìmprica, allibire, sbigottire. Detto spec. di bambini: entrare in spasmi, apnee affettive.

assinicàri (Da assiènicu, usato in contesti di rabbia, malumore) Ingurgitare, trangugiare, con sottinteso augurio che sia come avvelenarsi.

assintumàri (Dal greco symptoma, sinistro, infortunio) Svenire.

assìra Ieri sera.

a ssi ssì Già che ci sono, ci sei, ecc.

assittàri (Da sedere) Mettere a sedere. In riferimento a pentole: mettere sul fornello. Riferito a cibi: andare bene, armonizzarsi insieme ad altri cibi.

assuppàri (Da inzuppare) Assorbire.

ata V. avìri.

attaccàri

  1. Legare, annodare. Fig. Arrestare, mettere le manette.
  2. Iniziare la giornata o il periodo lavorativo.

attìa, attìa tu (Lett. A te!) Esclamazione, Ehi tu!

attinticàri Tingere, macchiare, sporcare.

attinùri (Da tenore, Modo di procedere) Insomma, in fin dei conti, tutto sommato.

attònna (Da tornare) Di nuovo.

attrantàri (Da tranti) Tendere, indurire. Attrantàri a codda Tendere la corda. U cimento attrantàu Il cemento ha fatto presa, si è indurito. Ci attrantàu Il membro gli si è eretto.

attrunzàri (Da trunzu)Ghiacciarsi, morire dal freddo.

attùgghiri (Da un originario siciliano cattuggiàrigattigghiàri, dal francese chatouiller, Fare il solletico. In diverse lingue i vocaboli relativi al solletico si basano sulel consonanti c; cfr. anche tichi tichi riferito in una delle varianti della filastrocca Bàcchiti ’n c’è) filastrocca ) Fare il solletico.

atturràri (Dal latino torrère, Far seccare) Tostare, abbrustolire.

auciddàzzu V. uciddàzzu.

auciddiàri V. uciddiàri.

aucìsu Che tu, lui, sia ucciso.

auriènzia (Da audienza) Ascolto, attenzione.

austàri Piacere. Nun ci austàu Non gli è piaciuto.

àuttru Altro. Tu n’àuttru Ti ci metti pure tu, mancavi solo tu (per infastidirmi, per fare danni).

avìri Avere. La coniugazione di “Avere da…“, per esempio “Avere da fare”, sostituisce il verbo dovere, assente nel modicano, e dà luogo a particolari forme contratte: Ìu agghe fari (contrazione di agghiu ri fari), Tu a fariiddu a farinui ama fari (contrazione di aviemu ri fari), viautri ata fari (contrazione di avìti ri fari), iddi ana fari (contrazione di anu ri fari).

avòti V. allivòti.

azzulliàrisi Litigare.


Presentazione

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