tabbaré Vassoio.
tabbùtu Cassa da morto.
tacchiàri
- Macchiare.
- Correre, andare molto velocemente.
taccia Piccolo chiodo da calzolaio. Bulletta.
taccùni Pannolino in cotone, precedente l’avvento dei pannolini usa e getta.
taddarìta Pipistrello.
taffùni Grossa zolla di terra che si forma a seguito dell’aratura del terreno.
tagghi Estremità finali di un terreno pianeggiante, solitamente rocciose, su cui inizia uno strapiombo o dirupo.
talè Variante di talìa, imperativo di taliari = Guarda! Nun c’è chi talè talè Non c’è da meravigliarsi.
taliàri (Dallo spagnolo atalayar, osservare dall’alto, dall’arabo talayi, luogo da cui guardare senza esser visti ) Guardare.
Tanu Gaetano
tannu Allora, a quei tempi.
tannura Fornello a legna.
tantìccia Un tantino, un pochino.
tappìna Pantofola, pianella.
tappinàru Farabutto, furfante.
tappuliàri Martellare.
tascappàni Tascapane.
tascu Berretto.
tastari Assaggiare.
te’ Tieni, prendi. Te’ te’ (Forse da Talè talè) Guarda un po’! Te’ te’ chist’ è tua Guarda un po’ cosa mi fai dire!
testa. Testa. Test ‘e frabbiciènzu, Test ‘e subbiciènzu Testa di fra’ Vincenzo, testone, testa di cazzo. Testa e lìttria (Lett. Testa e lettera) Testa o croce. A testa a puorru, a puzzùni A testa in giù.
tettu muòttu Soffitta, sottotetto.
tiànu Scodella. Tegame.
tièmpu Tempo. Fìcimu u tiempu Si è fatta ora di andarcene. ’Ntiempu nnenti In men che non si dica.
tièzzu (Originariamente un terzo di litro, successivamente modificato nell’uso) Un quarto di litro.
timpa Roccia.
timpàgnu Fondo della botte. ’N cuoppu a utti e ’ncuoppu o timpagnu Equivante di “Un colpo al cerchio e uno alla botte”.
timugna Mucchio di covoni.
tinchitè Nell’espr. A tinchitè A iosa, in abbondanza.
tinnirùma Foglie di zucca usate per pasta in brodo. Il corrispondente italiano “tenerezze” è in realtà una parola inesistente nella lingua italiana, inventata ad hoc come trasposizione dal siciliano all’italiano, poiché questa ricetta esiste esclusivamente in Sicilia.
tintu Marcio, inetto, non buono.
tinturìa Da tintu, pigrizia, noia.
tirabràci, tiralùci Barra di ferro con paletta terminale ripiegata per tirare via la brace dal forno.
tirapàni Barra di canna o di legno, con estremità ripiegata, per tirare via dal forno i pani rimasti in posizioni difficili da raggiungere.
tirruòzzu (Da terra) Terreno incolto.
tiru, tiruni Gongilo.
tistèra Testiera, finimenti per la testa degli equini. A tistera luàta (Lett. A testiera levata, tolta) A tutta velocità.
tivìtti Gioco di carte in cui bisogna essere veloci ad accorgersi dell’uscita di carte consecutive.
tranti (Dal latino tràehere, Trarre, tirare)
- Teso, duro, forte. U cimentu è tranti Il cemento è duro. Parra tranti Parla sicuro di sé, forte della sua posizione. L’avi tranti Ha il membro eretto.
- Bretelle.
trappìtu Frantoio, oleificio.
trasciuniàri Trascinare.
tràsiri Entrare, far entrare.
trattèttu Nell’espr. A trattèttu Nascosto a distanza per non farsi vedere.
travagghiari Lavorare.
travagghiu Lavoro.
travèrsi Pietre di forma semicircolare che completano la sommità dei muri a secco.
tribbuìri Accusare il colpo.
tribbunedda Edicola votiva.
tribbuòlu Treppiede da forno per pentole e simili.
trimulìzzu Tremore.
trippàri (Da tripudio)
- Saltellare, divertirsi chiassosamente, disordinatamente. Riferito anche, in senso opposto e ironico, al saltellare di chi oppone un rifiuto, tipico dei bambini.
- Detto di animali, accoppiarsi, montare.
trìrici Tredici. Arristàri a ’n trìrici Rimanere in sospeso.
triricìnu Personaggio di una novella del Pitrè. Per antonomasia: chi s’intromette.
trìspitu Cavalletto in ferro per sostenere le assi su cui appoggiare il materasso.
tròia Troia, scrofa. Troia a nsu Troia in su, cioè in tensione, in calore. Si può meglio comprendere l’espressione tenendo presente quanto spiegato da Ernesto Faravelli in La ricerca dei calori e il riflesso di immobilità: “Il riflesso di immobilità è la manifestazione più caratteristica del calore nella scrofa e si evidenzia in modo più conclamato in presenza del verro. L’animale esprime con tutta una serie di atteggiamenti la disponibilità ad accettare il maschio. La scrofa si mantiene immobile e ben piantata sugli arti, innalza la coda, incurva il dorso, abbassa la regione lombare e, se stimolata, rifiuta di muoversi. Nelle razze ad orecchie erette (ad es. Large White) queste vengono tese a tal punto da toccarsi alla loro estremità”.
triuliàri Piangere, piagnucolare.
trìulu Pianto, lamentela, piagnisteo.
trùbbili Torbido.
truniàri
- Tuonare.
- Girare su sé stesso, detto di ruote, meccanismi, palle e simili.
trunzu Torso.
truppicàri Inciampare.
truppièttu Trottola.
trùscia (Dal francese trousse, astuccio, borsa)
- Involto, fagotto.
- Fazzoletto ravvolto a forma di ciambella che, posto sul capo, consentiva di tenervi in equilibrio una cesta.
truvatùra Leggendario tesoro nascosto, spesso soggetto ad incantesimo.
truzzàri Toccare, toccarsi detto di oggetti.
tubbu Tubo. Finìri a tri tubba Finire male, o con un nulla di fatto.
Tratto da Sicilian Post
Allora, com’è andato questo weekend?» recita una delle domande che ci si pone di più fra amici, colleghi e conoscenti non appena si ricomincia con la routine feriale, in particolare se erano in ballo brevi programmi per evadere dalla vita quotidiana, come gite fuori porta, escursioni nella natura o rimpatriate all’aperto. Nel caso in cui il progetto sia fallito o abbia avuto un esito negativo, è probabile che la risposta di un interlocutore siciliano sia: «finiu a tri tubi». Un’espressione diffusa fra generazioni vecchie e nuove, soprattutto nella zona orientale dell’isola, e che deve la sua origine a un episodio realmente accaduto, ben impresso nella memoria di chi ha vissuto nella prima metà del Novecento alle pendici dell’Etna. Tra il 1909 e il 1910, infatti, venne costruito il piroscafo veloce “Città di Catania”, che colpì subito l’attenzione della cittadinanza per i suoi tre grossi comignoli e che venne dunque soprannominato “la tre tubi”. La sua funzione avrebbe dovuto limitarsi a trasportare a bordo passeggeri, mentre durante il primo conflitto mondiale, in realtà, l’imbarcazione venne sfruttata anche a scopi bellici e partecipò ad alcuni bombardamenti, difendendosi sempre piuttosto bene. Nonostante dopo i trattati di pace fosse stata destinata a svolgere servizio postale di linea, la nave riprese a servire la Regia marina a partire dal 1939 e ricevette addirittura una colorazione mimetica per essere identificata con più difficoltà. Questo, tuttavia, non risparmiò al “Città di Catania” il suo tragico destino: il 3 agosto del 1943 il sommergibile inglese “Unruffled” intercettò la posizione del piroscafo al largo della città di Brindisi e riuscì ad affondarlo in pochissimi minuti. Una fine spiacevole e che rimase impressa nella mente della popolazione della Trinacria al punto che fino ad oggi, quando qualcosa va storto, viene immediatamente associata al celebre mezzo di trasporto, sebbene non tutti ne sappiano ancora rintracciare l’etimologia.
tucculiàri Bussare.
tuculiàri Smuovere, scuotere leggermente.
tufo Resto del caffé macinato nella caffettiera, dopo che è stato fatto il caffé.
tuma Prodotto bianco e gommoso che, insieme alla llacciata, o lacciata, costituisce il primo risultato dell’unione del latte con il quagghiu. La lavorazione della tuma dà come risultato il tumazzu.
tumazzu Formaggio.
tummàri Detto di oggetti, perdere l’equilibrio e cadere.
tumminìa Qualità di frumento.
tùmminu
- Unità di misura agraria molto variabile tra una provincia e l’altra. Nella provincia di Ragusa corrisponde a m2 1744.
- Unità di capacità corrispondente a 17,19 lt.
tumpulàta, tumpulùni Schiaffo.
tumpuliàri Prendere a schiaffi.
tunnu
- Rotondo.
- Interamente. Ri n’tunnu Del tutto, completamente. Tagghiàrisi i capìddi a tunna Raparsi a zero.
- Tonto.
tuòccu
- 1^ sing. del verbo tuccàri: iu tuoccu.
- Mucchio, considerevole o grande quantità.
tuottu Storto. Tuottu tuottuDetto di chi fa qualcosa con finta indifferenza, per non destare sospetti.
tuppu Crocchia.
turdùni Rozzo, cafone.
Tùri, Turìddu Salvatore.